Dopo quasi vent’anni di lavoro nel campo della gestione degli impianti industriali, posso con tutta sicurezza dipingere lo scenario classico che accade quando un cliente, di fronte ad un problema, decide di chiedere il mio aiuto.

Il problema
Ti chiama un nuovo cliente adirato per il ritardo nella consegna del primo ordine o un cliente storico per comunicarti che, quel pezzo che fai da anni sempre perfetto, questa volta non è accettabile perché fuori tolleranza.
Frustrato ti scaraventi in produzione per cercare un colpevole… Ti guardi attorno e vedi:
- semilavorati a terra, in attesa che la macchina che deve lavorarli sia disponibile;
- una macchina ferma in attesa dell’operatore che nel frattempo sta lavorando su un’altra macchina;
- il carrello elevatore che va e viene dal magazzino sempre carico di merce;
- l’attrezzista che gira per il capannone alla ricerca della chiave del 32 che manca nel carrello…ed era proprio lì un attimo fa.

La ricerca della soluzione
Dopo aver detto le due o tre parolacce di rito (se non di peggio) e sentirti con il morale a terra perché la tua azienda non funziona come vorresti, pensi: “Se avessi un’organizzazione migliore, potrei ottimizzare il mio lavoro e quello dei miei ragazzi”.
Passano i giorni e provi a capire cosa si possa migliorare ma lo sforzo richiesto è davvero importante e tu hai altre priorità: il lavoro deve andare avanti! Ti viene però in mente che, sabato a cena, Bruno ti ha parlato di un ingegnere che lo ha aiutato a riorganizzare la produzione della sua azienda e che, da allora, le cose vanno decisamente meglio: i ritardi si sono ridotti, i costi sono sotto controllo, i ragazzi in produzione sono diventati più autonomi nelle scelte. Certo, lei è una rivoluzionaria (è una donna!) ma li ha aiutati a guardare lontano trattando l’azienda come se fosse sua. Pensa che scende dalla Valle di Scalve ma è sempre presente quando hai bisogno.
Dai un’occhiata in internet e fra i risultati della ricerca, oltre al suo sito web, trovi quello della casa editrice Hoepli: ha addirittura scritto un libro sulla programmazione delle macchine a controllo numerico… sarà vero?!?
Mi chiami perché sei curioso di capire come posso aiutarti ad ottimizzare e forse, nel tuo cuore, sai che una mano ti serve. Al telefono la prima cosa che pensi è: “Come può una donna essersi laureata in ingegneria meccanica e occuparsi di produzione industriale? Come può essere così entusiasta del lavoro che fa? Sarà sicuramente una zitella acida senza figli ne futuro.”

Bando ai pregiudizi!
L’incontro sul campo.
Quando ci incontriamo nel tuo ufficio infatti scopri che, dopo la laurea, ho iniziato a lavorare nelle officine meccaniche di piccole e medie imprese come le tua e che ho sempre guidato, con serenità e successo, il personale di produzione.
Ti scappa l’occhio, vedi la fede al dito e pensi: “vuoi vedere che è anche sposata?”

La visita in produzione
Il nostro colloquio prosegue e cominci ad assaporare il fatto che potremmo lavorare insieme per raggiungere un grande obbiettivo, che potrei davvero insegnare al tuo personale ad essere autonomo nelle decisioni, a lavorare meglio e senza sprechi.
Mi accompagni in produzione e quando vedi che mi si illuminano gli occhi davanti ad un tornio, ad una fresatrice o ad un centro di lavoro, capisci che lavoro con passione e dedizione: sono l’ingegnere che fa per te!

La soluzione
Decidi dunque di mandarmi i tuoi dati di produzione, quelli che raccogli e che analizzi in caso di una nuova commessa o di un ordine di produzione delicato ma che non ti sei mai soffermato a guardare nella loro totalità. Sei convinto che riuscirò a capire poco perché la tua azienda non è come tutte le altre ma…
Quindici giorni dopo ci ritroviamo, ti racconto cosa ho visto io nei tuoi dati e capisci che riesco a osservare la tua azienda dal tuo stesso punto di vista. Siamo d’accordo su cosa c’è che non va. Sei pronto a recuperare gli sprechi, ottimizzare le risorse e risparmiare. Non resta che metterci al lavoro.
la tua consulenza